Non è facile aprirsi e riuscire a comunicare sinceramente agli altri chi siamo e cosa custodiamo dentro di noi, proprio perché è difficile e faticoso guardarsi dentro per riconoscere quali sono veramente i nostri desideri e le nostre inquietudini e per capire perché abbiamo reazioni che ci sorprendono, oppure perché viviamo con disagio ansie e insicurezze. E non è semplice neppure trovare i tempi rilassati e la sicurezza emotiva indispensabili per poterlo fare. È doveroso e importante che la scuola offra questi momenti e questi strumenti alle bambine e ai bambini che incontra, deve aiutarli a riconoscere le emozioni che vivono, perché questo arricchisce, aiuta a conoscersi meglio, a conoscere meglio gli altri e a capirli.
Riconoscere le emozioni, per conoscere meglio se stessi e gli altri
Perché ciò accada positivamente e costruttivamente è necessario realizzare almeno due condizioni. La prima è che l’ambiente della classe sia sereno e rassicurante: deve garantire ad ognuno che i suoi diritti fondamentali saranno rispettati, sempre e comunque; che qualunque cosa racconterà agli altri, qualunque segreto o insicurezza, o sogno, o debolezza, non verrà derisa o sminuita; che i suoi racconti troveranno sempre attenzione e rispetto, soprattutto da parte dell’insegnante. Anzi, l’insegnante, modello coerente, sarà a sua volta disponibile a raccontare qualcosa di sé, delle sue insicurezze e delle sue speranze, mostrando senza paura la sua umanità, il suo essere persona: può provare a parlare, nei momenti più opportuni, dei suoi dubbi sulle scelte pedagogiche che fa, oppure delle difficoltà e delle incertezze che prova nell’essere genitore, oppure dei sogni che non è riuscito a realizzare.
La seconda condizione è che ci sia un progetto, un percorso ben calibrato e nello stesso tempo invitante e coinvolgente che metta ogni bambino nelle condizioni, se vuole, di aprirsi agli altri. Bisogna quindi costruire un clima rassicurante che tuteli ogni bambino ed elaborare un percorso che offra stimoli, situazioni e strumenti per favorire la ricerca interiore. Inoltre è importante aiutare i bambini ad appropriarsi di un vocabolario di “parole piene, vissute”, fatto di nomi che aiutino a mettere ordine nel proprio universo emotivo e a favorirne la comprensione. Questo percorso va seguito con attenzione e vissuto con partecipazione da tutti (bambini, docenti, genitori), deve essere documentato correttamente per poterlo riprendere, discutere e magari utilizzarlo per inventare storie collettive o narrazioni teatrali il cui copione sarà scritto dalla classe.
Raccontarsi per… crescere
Infine è importante che sia efficacemente valorizzato: la difficoltà della ricerca interiore e lo sforzo necessario per raccontarsi con sincerità devono essere premiati attraverso momenti in cui si abbia una restituzione positiva che porti alla consapevolezza che fare fatica ed esporsi è stato bello, utile e importante. Essere capaci di parlare di ciò che sta nascosto in noi e riuscire a farlo in modo consapevole, chiaro e nello stesso tempo coinvolgente, favorisce il consolidamento dell’autostima e aiuta a crescere più sicuri di sé. E aiuta soprattutto ad essere più comprensivi e tolleranti nei confronti degli altri, che al loro interno vivono i nostri stessi turbamenti, le nostre stesse contraddizioni, le nostre stesse segrete speranze, i nostri stessi sogni…
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Riferimenti bibliografici
Articolo di Aldo Pallotti tratto dalla rivista per la Scuola Primaria Scuola Maestra n. 3, Marzo 2023, Anno III, pag.135-156, LS Scuola
Direttore scientifico: Tiziano Pera
Redazione: Associazione “Il Baobab, l’albero della ricerca”