Sicuramente la Pop Art e conseguentemente il movimento che viene definito oggi New Pop sono i più adatti quando parliamo di mettere in contatto i bambini con il mondo dell’arte.
In primis per i soggetti facilmente riconoscibili, in secundis per i colori forti e accesi che da sempre attirano i più piccoli.
Se poi vogliamo passare dal raccontare e far osservare l’arte a riprodurla, ricordiamo che per i bambini interagire con qualcosa, manipolare e modificare qualcosa, aiuta decisamente a percepire l’arte come un gioco, entrando a pieno diritto nella loro “comfort zone.”
Aggiungo che le tecniche pittoriche e creative che possiamo utilizzare per realizzare una didattica delle “opere Pop” sono facilmente riproducibili e non c’è bisogno di materiali difficilmente reperibili né di particolari supporti all’apprendimento.
La Pop Art come movimento artistico nasce negli anni ’50 e ’60 per poi in teoria terminare alla fine degli anni 80, dando però origine a svariati tentativi di prolungarne il concetto, appunto raggruppati con la definizione di “New Pop”. Una delle caratteristiche che ha contraddistinto questo movimento è la sperimentazione di tecniche inedite servendosi di fotografie ritoccate, di collage, di fatto una tipologia di arte che parla un linguaggio immediato e comprensibile a tutti, con un chiaro rimando ai mass media, alla pubblicità, alla televisione e al cinema. Un linguaggio quindi che utilizza immagini tipiche della società dei consumi, quindi quanto mai attuale, flessibile, riproducibile e manipolabile dal bambino. La Pop Art permette ed anzi richiede di trattare in maniera emotiva ed immediata messaggi semplici e chiari che riguardano importanti e diversi temi scottanti della nostra epoca, quali i limiti dello sviluppo capitalistico, la sostenibilità, il razzismo, la crescente ingiustizia sociale, le guerre ed il riarmo, le dipendenze e la droga. Ma allo stesso modo l’approccio Pop si presta a trattare con pari immediatezza argomenti come la cooperazione, la condivisione, l’amore, la felicità, la gioia, il gioco….
Indiscutibilmente sono queste le caratteristiche vengono recepite e inglobate dai più piccoli in modo spontaneo e veloce, trasformando il contatto tra Arte e Bambini in un gioco in grado di aprire le porte della curiosità e stimolare la creatività.
Concludo questa breve riflessione con una frase celebre di uno dei massimi esponenti della Pop Art: “I bambini sanno qualcosa che la maggior parte della gente ha dimenticato. I bambini subiscono una fascinazione per la loro esperienza quotidiana che è molto speciale e che sarebbe di grande aiuto agli adulti se potessero imparare a capirla e a rispettarla” (Keith Haring).
Alessio Musella è consulente di marketing strategico, curatore ed editore d’arte. Ha operato per molti anni in Arabia Saudita, Stati Uniti ed Europa come esperto di problem solving e comunicazione nel settore del lusso Made in Italy.