È inutile, lo so. So che non riuscirò più a riprendere sonno. Quando ti svegli alle tre del mattino, e ti metti a pensare e cominci a girarti e rigirarti nel letto, sai che ti aspettano ore di lucida veglia, lucida come un’autostrada nera che scorre nel buio di una notte bagnata. Poi una fresca carezza di seta mi sfiora la mano e si abbandona contro il mio fianco. Abbraccio la mia cara vecchia gatta che si è raggomitolata accanto a me in cerca di tepore e mi riaddormento cullata dal ritmico suono delle sue fusa.
Da che ho memoria la presenza di un animale domestico nella mia vita è stata una costante. E ne ho sempre ricevuto un gran beneficio. È stato bello rincasare da scuola sapendo di trovare l’accoglienza di un cucciolo festoso. È dolce anche il ricordo dei pomeriggi trascorsi a fare i compiti con l’immancabile micio sdraiato sulle gambe o sulla scrivania. Eppure per tanti anni la convivenza dei bambini con gli animali è stata criticata e sconsigliata. Etichettata come poco igienica, era ritenuta appannaggio della vecchia società contadina. L’idea di animale come portatore di sporcizia e malattie era profondamente radicata nella società del post boom economico e non c’era posto per cani e gatti all’interno di case in cui trionfavano lavatrici, lavastoviglie e detersivi di ogni tipo.
Oggi finalmente questa tendenza si sta esaurendo e si parla sempre più degli effetti benefici che derivano dalla convivenza con gli animali. A livello fisiologico è stato dimostrato che il contatto fisico con un animale induce una riduzione nel sangue degli ormoni responsabili dello stress. Diminuendo lo stress, si abbassa la pressione sanguigna, il battito cardiaco e la respirazione diventano più regolari e anche i muscoli si rilassano.A livello comportamentale si è visto che tra specie diverse si possono stabilire relazioni basate sull’affetto che determinano anche una regolazione reciproca delle emozioni e riescono a contrastare alcuni problemi come le difficoltà di apprendimento e l’aggressività.
Questo potenziale dell’interazione con gli animali domestici può avere implicazioni pratiche non solo nei percorsi di cura, ma anche in ambiti educativi, tanto che alla generica espressione “Pet Therapy” si preferisce la sigla I.A.A. per indicare tutta una serie di Interventi Assistiti con gli Animali finalizzati a migliorare la salute e il benessere delle persone. Gli I.A.A. hanno valenza terapeutica, riabilitativa, educativa e ludico-ricreativa. Gli animali maggiormente impiegati sono il cane, il cavallo, l’asino, il gatto e il coniglio. Tali interventi hanno anche evidenziato il ruolo prezioso che gli animali possono svolgere per facilitare l’integrazione sociale nell’ambiente scolastico.
La relazione che si stabilisce con l’animale e il rapporto con esso, soprattutto durante il gioco, possono contribuire a favorire, nel bambino, i comportamenti sociali facilitando, così, le modalità di approccio e di interazione tanto con gli altri bambini che con gli adulti.
Il Ministero della Salute, con decreto del 18 giugno 2009, ha attivato presso la sede territoriale di Verona e Vicenza dell’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie il Centro di Referenza Nazionale per gli interventi assistiti dagli animali (Pet therapy). Il Centro di referenza per gli interventi assistiti con gli animali, in accordo con il ministero della Salute, ha sviluppato il progetto Digital Pet il cui scopo è la realizzazione di uno strumento informatico unico a livello nazionale per la gestione degli elenchi dei Centri specializzati, delle strutture riconosciute, delle figure professionali e degli operatori nonché per la presentazione dei progetti di Terapie Assistite con gli Animali (TAA) e di Educazione Assistita con Animali (EAA) annualmente attivati. Sul sito del Ministero sono disponibili informazioni e news riguardanti gli I.A.A. (link: Interventi Assistiti con gli Animali – IAA).
Per un approfondimento, segnaliamo questo volume di Francesca Mugnai: Gli Interventi Assistiti con gli Animali nell’Area Pediatrica