Il 3 dicembre si celebra in tutto il mondo la Giornata dedicata alle persone con disabilità. La ricorrenza è stata istituita nel 1992 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite (ONU) e ha come obiettivo quello di promuovere i diritti e il benessere in tutti i campi della società civile e di garantire la loro piena ed effettiva partecipazione alla sfera politica, sociale, economica e culturale.
“Non lasciare nessuno indietro”, è proprio l’indicazione dell’Agenda 2030 per ottenere uno sviluppo sostenibile e promuovere una società resiliente. In particolare l’Agenda mira a un rafforzamento dei servizi sanitari nazionali e al miglioramento delle strutture che possano permettere un effettivo accesso ai servizi per tutti. Sensibilizzare l’opinione pubblica al fine di favorire l’integrazione delle persone con disabilità permetterebbe un processo rapido verso uno sviluppo sostenibile attraverso l’eliminazione della disparità di genere, il potenziamento dei servizi educativi e sanitari e in definitiva, l’inclusione sociale, economica e politica di ogni cittadino.
La pandemia da Covid-19 ha peggiorato le condizioni di vita delle persone con disabilità e ha reso evidenti i tanti aspetti che da tempo le famiglie con persone disabili conoscono bene e contro cui lottano da anni: l’insufficienza di una rete territoriale capillare ed efficace per l’assistenza domiciliare, i problemi che riguardano il sostegno scolastico dove la DAD ha penalizzato gli alunni disabili e l’inclusione lavorativa che già non c’era prima, visto che in Italia meno del 30% delle persone con disabilità ha un lavoro, con picchi del 95% per le persone con autismo. Per non parlare della violenza di genere sulle donne disabili che è aumentata durante i vari lockdown.
Resta di attualità il tema delle barriere architettoniche che sono ovunque, dalle città metropolitane ai piccoli centri. Anche le scuole sono tutt’oggi inaccessibili agli studenti con disabilità motoria in 2 istituti su 3, a quelli con disabilità sensoriali nel 98% dei casi (dati Istat LINK). Poi c’è la figura dell’assistente personale, il caregiver, che deve essere ancora formalmente riconosciuto da una legge come forma di lavoro usurante, dato che impegna l’intera giornata e spesso si tratta di genitori o coniugi costretti a non lavorare per poter assistere il famigliare.
Ecco tutti i motivi per i quali è necessario un approccio integrato per garantire che le persone con disabilità non siano lasciate indietro. La giornata odierna deve ricordarci l’importanza di valorizzare ogni individuo e di abbattere le barriere che limitano diritti imprescindibili, come l’accesso alle strutture sanitarie, all’istruzione e alle opportunità lavorative, attraverso il potenziamento dei servizi essenziali, rimuovendo gli ostacoli che quotidianamente le persone con disabilità sono costrette ad affrontare.
L’inclusione sociale delle persone con disabilità è una condizione essenziale per sostenere i diritti umani, lo sviluppo sostenibile, la pace e la sicurezza. Garantire i diritti delle persone disabili, anche con gli adeguati investimenti in risorse umane dedicate, non è solo primaria questione di giustizia ma è un investimento dal sicuro dividendo sociale per la collettività nella sua interezza.