La Giornata mondiale dell’educazione celebra l’educazione alla pace ed allo sviluppo sostenibile, l’istruzione non discriminante ed alla portata di tutti. Valori più che mai importanti in un Mondo sempre più diseguale dove centinaia di milioni di bambini soffrono la fame e vedono negato l’accesso all’educazione ed agli altri servizi essenziali per il vivere civile, bambini privati dell’infanzia e senza possibilità di migliorare il proprio status sociale. Secondo le statistiche disponibili sono oltre 300milioni i bambini che non frequentano alcuna scuola e 620 mln quelli che non sanno leggere e scrivere. Nell’Africa subsahariana meno del 50% dei giovanissimi completa l’istruzione obbligatoria e sanguinose guerre locali, alimentate dagli interessi economici delle grandi potenze, distruggono il futuro di milioni di rifugiati, mai andati a Scuola. Privati dell’istruzione, milioni di esseri umani sono parimenti deprivati del diritto di poter sviluppare pienamente il proprio potenziale (Obiettivo n.4 dell’Agenda 2030).
Sui media si parla poco di queste immani tragedie. Parliamone noi, tra colleghi e sui social, in famiglia ed a Scuola, per diffondere il messaggio della giornata: l’istruzione è un diritto, un fattore irrinunciabile di sviluppo economico e sociale, un bene pubblico ed una responsabilità di tutti i paesi del Mondo. A partire da oggi sviluppiamo attività nelle aule – laboratori multidisciplinari, discussioni, letture… – per sensibilizzare studenti e genitori su temi centrali, come la necessità di costruire la pace per rafforzare l’istruzione, guidare la rivoluzione digitale, rivalutare la funzione del formatore, coniugare istruzione e sostenibilità, valorizzare il potenziale in ogni persona in una prospettiva cooperativa e non ossessivamente competitiva.
Una riflessione importante anche nel nostro Paese, dove la formazione è alla deriva. Anche l’ultima legge finanziaria, nel solco di un trend che va avanti ormai da anni, destina alla formazione pubblica risorse assolutamente inadeguate, mentre l’evidenza e la scienza individuano nell’educazione, in senso lato intesa, lo strumento principe di sviluppo personale e di crescita del sistema civile ed economico. L’Italia è tra gli ultimi paesi UE per gli investimenti in risorse umane: al sistema della formazione, dall’infanzia fino all’università, destiniamo appena il 7,8 % della spesa pubblica nazionale, contro una media europea di poco superiore al 10%. Siamo gli ultimi tra gli ultimi per le borse di studio offerte, per la qualità dell’edilizia scolastica ed universitaria, per il rapporto docenti/studenti, per i programmi anacronistici, per le nuove tecnologie applicate alla didattica, per il vergognoso trattamento economico riservato agli educatori, per il sostegno e per la dispersione scolastica. Il Belgio, con 17mln di abitanti, spende più del doppio dell’Italia, la Germania il triplo e valori simili presentano la Francia ed altri paesi dell’Unione.
Non bisogna rassegnarsi, dobbiamo parlare di questi problemi, sensibilizzare le famiglie, sviluppare azioni di moral suasion affinché la formazione torni ad avere in Italia la centralità che merita. I problemi strutturali della nostra scuola sono noti da anni, ed ogni anno peggiorano semplicemente perché non vengono affrontati. Facciamo sentire la nostra voce di operatori del mondo dell’educazione, chiediamo un profondo cambiamento culturale che deve scuotere il Paese, Cenerentola d’Europa per le risorse dedicate ma anche per quanto concerne lo status degli insegnanti. Occorre rimettere i docenti, i veri “coltivatori” del capitale umano, al centro del sistema. Occorre dare dignità alla funzione formativa per via della valorizzazione delle vocazioni individuali. Occorre spendere di più perché spendere in istruzione significa investire sul futuro di tutti. Occorre una riflessione su quale società desideriamo per le generazioni future, dato che educare dovrebbe significare formare alla vita di comunità. Se diciamo basta, se facciamo sentire la nostra voce, se agiamo invece di cedere alla rassegnazione, forse l’odierna Giornata potrà avere senso!