Quasi 90 paesi in tutto il mondo partecipano al Giving Tuesday, una giornata di riflessione ed azione sul valore del dono, un gesto semplice che tutti possiamo fare e ripetere inducendo un’enorme quantità di cambiamenti positivi. Alla radice del donare è la consapevolezza che la sofferenza degli altri dovrebbe essere intollerabile per noi al pari della nostra stessa sofferenza. La generosità consapevole può quindi divenire un modo di essere, un modo in cui trattiamo i nostri simili in ogni interazione, ogni giorno della nostra vita. In questa giornata proviamo a donare, con la pratica (facendo un atto solidale, ad es., una donazione in denaro o tempo, oppure possiamo sostenere una causa che ci fa riconoscere in una comunità solidale); con la comunicazione (rendendo visibile l’impatto che genera la donazione); oppure con l’educazione (formare gli alunni al dono porta come beneficio quello di preparare persone capaci di declinare il loro tempo verso scelte di vita sociali solidali).
Verso una pedagogia della solidarietà
Alla radice del dono è la solidarietà, argomento molto trascurato dai mass-media, quasi sempre dominati dal gossip e dal sensazionalismo, quasi mai attenti nel raccontare il mondo degli ultimi e quello del volontariato, le meravigliose storie di solidarietà concreta. Anche narrare la bellezza di queste storie contribuirebbe a ridurre la diffusa indifferenza verso il tema ed a rendere il Mondo un briciolo migliore.
È necessario rilanciare una pedagogia della solidarietà come antidoto alla dilagante barbarie, un principio non opzionale ma affermato come “diritto-dovere” all’art.2 della nostra Costituzione, e questo richiede uno sviluppo educativo della persona attraverso un percorso di miglioramento che consiste nel prendersi cura di sé stessi ed insieme degli altri. La cittadinanza attiva, pertanto, non può prescindere dalla centralità dei processi solidaristici come fondamento pedagogico. Coerentemente, l’art.3 della Carta pone il problema del recupero sociale di ogni svantaggio in una prospettiva solidaristica, ed è compito dello Stato, precipuamente della Scuola, rimuovere gli ostacoli che limitano il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione di tutti alla cittadinanza universale.
La solidarietà si pone quindi, nel lucido pensiero dei costituenti, come il fondamento della cittadinanza e cittadino attivo è colui che può contribuire con le proprie azioni alla costruzione del bene comune per via dello sviluppo della propria personalità, coniugato con l’inderogabile dovere di solidarietà e con la promozione dell’integrazione con l’altro.
Sistema di valutazione e cultura del merito
La solidarietà non è quindi un optional, perché esprime una dimensione pedagogica, giuridica e valoriale fondamentale, competenza centrale trasversale da far acquisire ai bambini sin dall’infanzia. Nell’ambito della progettazione curricolare, la solidarietà va considerata come valutazione del comportamento, espressione trasversale verticale (dall’infanzia alla superiore di II°) ed orizzontale (tra le diverse reti di scuole dell’autonomia). La scuola democratica è per sua natura inclusiva, deve formare gli studenti a una competenza culturale e professionale del cittadino solidale, proiezione concreta del diritto-dovere della solidarietà. Il sistema di valutazione deve quindi sviluppare una capacità di cogliere il profilo dell’alunno che presenti una competenza di cittadinanza attiva legata al principio di solidarietà.
L’orizzonte sul quale lavorare è quello della costruzione di una cultura del merito nell’ambito di un modello solidale, una cultura del merito scissa dalla tentazione meritocratica, un virus pericoloso per la Scuola perché indebolisce il principio di uguaglianza alla base della nostra Costituzione. Una Costituzione democratica che, fin quando sarà in vigore, andrebbe rispettata.