La giornata mondiale del volontariato ha lo scopo di riconoscere il lavoro, il tempo e l’abnegazione dei volontari, ovunque artefici di iniziative di concreta solidarietà. Il volontariato è non già un hobby tra gli altri, bensì uno stile di vita, nella sua essenza cooperativo e solidale, alternativo al pensiero dominante centrato sull’egocentrismo e la competizione. I volontari sono angeli dei nostri tempi che si interessano agli altri prima di interessarsi a sé stessi, sono portatori di un messaggio universale di pace in un Mondo che appare privo di bussola, guidato dalla ricerca ossessiva del profitto, scosso dalle guerre, dalla crescente diseguaglianza e da una crisi ambientale sempre più evidente nei fenomeni climatici estremi.
Dopo il verbo “amare”, il verbo “aiutare” è il più bello del mondo!
Il volontario lavora in silenzio, aiuta l’altro e basta, senza avere nulla a pretendere. Il suo gesto ha il valore di un’opera invisibile e quindi è immenso, perché cambia noi e quello che saremo anche in mezzo agli altri. Viviamo un’epoca buia, in cui non possiamo più permetterci di coltivare il nostro orticello e l’egoismo, e le crescenti criticità nel mondo esigono la necessità di cooperare per trovare soluzioni comuni. I volontari, agenti della solidarietà, sono un modello al quale riferirsi per sviluppare soluzioni a sfide non rinviabili per uno sviluppo più equo e sostenibile.
Per una pedagogia del service learning
Le scuole sono, con le dovute eccezioni, poco preparate ad affrontare simili tematiche, spesso ricondotte a lezioni veloci di educazione civica o sul ruolo degli organismi transnazionali. I bambini ed i ragazzi devono fare il volontariato, non ascoltare lezioni frontali sul volontariato. Praticare la solidarietà per via dello strumento organizzativo del volontariato, infatti, sviluppa nell’alunno soft skill, coscienza e consapevolezza sulle proprie inclinazioni e delle proprie potenzialità. Il volontariato è cittadinanza attiva, la mette in pratica, come la Scuola è naturalmente inserito nella comunità di riferimento. Nell’auspicabile alleanza tra scuola e volontariato proponiamo la pedagogia del service learning, service come cittadinanza attiva e learning come acquisizione di competenze attraverso un servizio solidale alla comunità. L’elemento innovativo di questa pedagogia consiste nel collegare il servizio all’apprendimento in una sola attività educativa centrata sul binomio imparare-agire. Ciò significa stimolare gli studenti a compiere concrete azioni solidali nei confronti della comunità nella quale si trovano ad operare, mettendo alla prova le competenze e le abilità cognitive e non.
Comunità verso il futuro
Le numerose esperienze sinora condotte di service learning sono incoraggianti: questo tipo di esperienza, nell’integrare servizio ed apprendimento, favorisce l’interiorizzazione di valori (legalità, uguaglianza, cura dell’ambiente…) e lo sviluppo di comportamenti pro sociali (empatia, servizio, condivisione, il prendersi cura dell’altro…). Questo modello è particolarmente incisivo nel campo dell’educazione morale, laddove la società attuale fornisce una grande quantità di esempi “al contrario”. Gli studenti impegnati nel servizio-apprendimento rafforzano inoltre la fiducia nei loro confronti, migliorano il problem solving, assumono responsabilità, avvertono l’utilità del loro impegno a beneficio degli altri. Il service learning rafforza i legami tra Scuola e territorio nelle sue multiformi articolazioni sociali: famiglie, enti locali, mondo produttivo, terzo settore. L’apprendimento scolastico non è solo ‘accademico’ e privatistico, ovvero centrato sul singolo, ma diviene risorsa collettiva che della collettività si nutre. Una via per favorire lo sviluppo del capitale sociale, la vera risorsa di una comunità che voglia avere un futuro.