“Vedo la Terra, è blu”, con queste parole un emozionato Yuri Gagarin, il primo uomo nello spazio diede avvio ad una nuova era. Correva il 12 aprile 1961 e da allora l’uomo ha visto in maniera diversa l’immensità dell’Universo. Dopo Gagarin sono stati centinaia gli uomini e le donne che hanno preso parte a voli e missioni spaziali e migliaia le sonde lanciate nell’esplorazione del cosmo più profondo e oggi, nella Giornata internazionale dei viaggi dell’uomo nello spazio, li ricordiamo. I viaggi nello spazio insieme a nuove discipline come l’astrofisica hanno contribuito al nostro benessere, offrendo immense conoscenze in materia di sostenibilità, meteorologia, sviluppo delle telecomunicazioni, monitoraggio della superficie terrestre, nuove tecnologie dalle molteplici applicazioni. I viaggi spaziali hanno permesso lo sviluppo di nuovi ed importanti materiali, perché l’assenza di gravità permette esperimenti impossibili sulla Terra, lo studio dei comportamenti delle forme di vita e i meccanismi che controllano l’adattamento dell’uomo a determinati ambienti.
L’avventura dell’uomo nello spazio è appena iniziata, le cose da capire e da scoprire sono moltissime, tra cui quella di avere la certezza dell’esistenza di altri pianeti simili alla Terra, ricchi di acqua e di originali forme di vita. Lo spazio affascina da sempre l’umanità, soprattutto i bambini, ecco perché la scuola ha sempre dedicato grande attenzione all’Universo, alle stelle, alla luna, alla fantascienza, alla metafora del vuoto infinito come le nuove Colonne d’Ercole per il genere umano. L’economista e filosofo Kenneth Boulding utilizza una metafora, il cowboy e l’astronauta, per rappresentare la nuova condizione dell’umanità in viaggio alla scoperta dell’ignoto. Il cowboy è l’uomo dell’oggi, edonista ed egoista, affamato di beni da consumare, mosso da una continua sete di smodata ricchezza. L’astronauta è invece il paradigma dell’uomo del futuro: vede oltre, ha consapevolezza del sistema chiuso che lo ospita, la navicella, e per sopravvivere deve giocare in squadra.
La Terra va considerata appunto come una grande navicella spaziale in viaggio siderale ed abitata da 8 miliardi di astronauti e da una immensa varietà di forme vegetali ed animali che ne fanno l’unicità come biodiversità. La Terra è una grande navicella ma infinitamente piccola in confronto all’Universo, nella quale la disponibilità di qualsiasi risorsa è limitata, e perciò bisogna comportarsi come in una capsula spaziale, un sistema ecologico chiuso capace di rigenerare solo in parte i materiali consumati. La Terra è una soltanto, e solo dalla Terra gli umani possono trarre le utilità necessarie, e dato che le risorse non sono inesauribili questo impone due scelte: autodistruggerci per conquistare risorse sempre più scarse o cooperare tutti insieme per individuare nuovi mondi, nuove opportunità, nuove Colonne d’Ercole da superare tutti insieme.
Non è utopia costruire un nuovo ordine mondiale più equo e più giusto a partire dai bambini, una nuova economia etica e fondata sulla cooperazione solidale. Vogliamo insegnare a bambini e ragazzi il valore della cooperazione e del gioco di squadra ed il disvalore della competizione senza regole che è alla base della guerra fratricida?
Noi vogliamo sperare, con l’ottimismo della volontà, che l’astronauta alla fine vinca sul cowboy. E immaginiamo di viaggiare nello spazio con la nostra navicella Terra che è ancora blu, forse per poco se non si ferma la furia bellicista che sta impazzendo il Mondo.