Nel giorno dedicato alla Festa della Liberazione, quello che vorremo festeggiare oggi è la libertà dalla guerra. Sono decine i sanguinosi micro-conflitti in corso, e siamo nel pieno della drammatica guerra ucraina che rischia ogni giorno l’escalation verso l’abisso. Un monito, perché questi conflitti vedono coinvolte, in maniera diretta o indiretta, le grandi potenze nucleari, non possono essere vinti sul campo e resta una sola strada da praticare per una pace più o meno duratura: il compromesso insito nella diplomazia.
Il multilateralismo serve a sviluppare la cooperazione tra i popoli e si serve della diplomazia, non cancella il rischio delle guerre ma è uno strumento da valorizzare per la risoluzione delle controversie. La pace nel Mondo richiede necessariamente un accordo tra le grandi potenze, riconsiderare i meccanismi alla base della dipendenza da materie prime essenziali, come le fonti energetiche e le terre rare, cooperare ad uno sviluppo condiviso e diffuso. Dobbiamo essere consapevoli del fatto che la disponibilità di beni necessari alla nostra vita quotidiana, come gas e petrolio, passano sovente attraverso negoziati con stati canaglia, élites politiche compromesse aduse alla violenza e regimi per lo più illiberali. Di fronte ad uno scenario inquietante, segnato dalla tentazione all’azione militare sistematica per l’accaparramento di risorse sempre più scarse, il multilateralismo e la diplomazia tornano ad essere cruciali, a meno che non si voglia imboccare la strada senza ritorno della guerra nucleare.
In un Mondo accecato dalla furia bellicista è fondamentale che la Scuola educhi al dialogo, essenza della diplomazia e del multilateralismo. La Terra è finita, alla grandi potenze restano da “spartirsi” porzioni dell’Africa e delle terre artiche. La competizione è l’origine di ogni guerra, ecco perché dobbiamo affidarci alla cultura come moltiplicatore di risultati ed educare i bambini alla cooperazione come arma di Pace. La costruzione di una pace duratura è anche un problema pedagogico e la responsabilità della sua realizzazione è dell’educazione. Una educazione nuova, che porti alla formazione di un uomo solidale e cooperativo, unica possibilità per evitare l’autodistruzione al genere umano.
Una educazione alla cooperazione consentirebbe ai bambini di liberare il proprio potenziale, divenire adulti liberi, autonomi ed insieme in comunione con gli altri, abitanti del bene comune di nome Terra, e di Terra ne abbiamo una soltanto. Nessun conflitto può risolversi con le armi e nessun valore può esaltare la guerra, perché la storia insegna che la guerra genera guerra, ed il conflitto armato non potrà mai assicurare la pace e la prosperità di nessun popolo.
Anche nei secoli passati, l’umanità è stata sulla soglia dell’autodistruzione, e vogliamo ricordare le parole di Sant’Agostino sul valore della speranza: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”. Vogliamo quindi sperare, con l’ottimismo della volontà, che alla fine la saggezza della diplomazia vinca sulla follia della guerra, e siamo impegnati nell’educazione come potente strumento di pace.