L’Italia, dopo il Giappone, è il paese con il maggior livello di invecchiamento al Mondo. Il 13% degli italiani ha più di 75 anni e questa percentuale salirà ancora nei prossimi anni, a causa della crescente denatalità. Mantenere un forte legame con i figli è la peculiarità degli anziani italiani: il 21% vive con loro ed il 27% abita in prossimità delle loro case. Quasi il 50% degli anziani, quindi, vive con i figli o nelle vicinanze, e già questo dato testimonia come i nonni italiani svolgano un ruolo particolarmente importante per le nuove famiglie, supplendo alla carenza di servizi pubblici per l’infanzia, oltre a sostenere economicamente figli e nipoti.
Gli anziani sono una vera risorsa e non solo per il sostegno concreto che assicurano: numerosi studi, infatti, dimostrano che i bambini crescono meglio se, oltre alla presenza di genitori peraltro sempre più assenti e distratti, possono contare sui nonni che gli trasferiscono la loro esperienza, li incoraggiano e li guidano. Lo scambio tra nonni e nipoti è la forma principe di dialogo intergenerazionale che arricchisce entrambe le parti grazie a un confronto tra punti di vista, conoscenze, esperienze e stili di vita. Attraverso questo contatto, i piccoli interpretano il presente alla luce degli eventi passati, mentre gli anziani possono proiettarsi nel futuro.
Il dialogo intergenerazionale: una ricchezza per tutti
La Scuola deve promuovere le relazioni intergenerazionali, con l’obiettivo di sviluppare il senso di fiducia tra le persone, in un’epoca povera di valori come la nostra in cui sentimenti di coesione sociale, ma anche le coscienze individuali, si stanno affievolendo sempre di più. Promuovere sin dalla Scuola dell’infanzia il confronto tra diversi periodi della vita permette di superare stereotipi e pregiudizi sull’età, per valorizzare invece l’esperienza e l’incontro con l’altro come strumenti diconsapevolezza del sé. Nel momento in cui bambini e anziani si incontrano, ricercano o confermano il senso della propria vita, creano un ponte tra quelli che sono spesso intesi come i poli opposti dell’esistenza. Nel dialogo intergenerazionale i bambini acquisiscono il senso del tempo e della storia, del contesto in cui vivono e dell’incerta variabilità delle prospettive future.
L’educazione intergenerazionale parte dall’idea che persone di tutte le età possano sempre imparare insieme, l’una dall’altra. Nella società odierna, inoltre, dove le diverse generazioni tendono a condurre vite separate, l’incontro tra le diverse classi di età aiuta ad evitare il deterioramento della coesione sociale determinata dalla separazione all’interno della comunità. Per gli anziani è importante il senso di accettazione e l’affetto derivanti dal rapporto con i bambini, e sentono di avere qualcosa di significativo da trasmettere ed al contempo apprendono nuove competenze, come quelle digitali. Numerose ricerche dimostrano che colmare le distanze tra anziani e bambini, attraverso sistematici momenti di incontro, favorisce negli anziani lo sviluppo di nuovi scopi e significati, migliora la loro salute fisica e psicologica, mentre nei bambini si sviluppano atteggiamenti positivi, migliorano empatia, pensiero critico, problem solving ed abilità sociali, tutti ingredienti essenziali della cittadinanza attiva.