Le misure restrittive adottate per contenere l’emergenza da Covid-19 hanno avuto notevoli ripercussioni sulla salute mentale di molte persone e si sono rivelate particolarmente difficili da affrontare per chi soffre di disturbi del comportamento alimentare (DCA). Secondo stime ufficiali i DCA in Italia riguardano circa 3 milioni di persone, di cui ben 2,3 milioni sono adolescenti soprattutto di sesso femminile, con esordio sempre più precoce ed eziologia multifattoriale complessa. L’Istituto Superiore di Sanità (https://www.iss.it/) ha pubblicato un approfondimento sull’impatto che la pandemia ha avuto sulle persone con disturbi della nutrizione dal quale sono emersi un incremento dello stress e della rabbia, l’aumento del rischio di infezione da Covid-19 tra chi soffre di disturbi dell’alimentazione e l’inadeguatezza dell’offerta di trattamenti psicologici e psichiatrici nel corso dell’emergenza sanitaria. Queste problematiche, unite alla condizione d’isolamento e alla paura del contagio, hanno provocato un peggioramento dei sintomi caratteristici di disturbi già presenti, in particolare per quanto riguarda l’anoressia, la bulimia ed il disturbo da alimentazione incontrollata.
Anche le limitazioni che ci sono state sullo svolgimento dell’attività fisica e l’incremento di messaggi dei media che rafforzavano la cultura della dieta e la paura di ingrassare durante la quarantena, hanno rappresentato un ulteriore problema per le persone che soffrono di DCA. Questi messaggi hanno acuito sia il senso di colpa sia la sensazione di perdita del controllo. Nonostante si tratti di un problema diffuso, viene spesso sottovalutato sia da chi ne soffre, sia dai familiari; per questo è utile informare i genitori innanzitutto su quelli che possono essere i primi campanelli d’allarme per fare in modo che non minimizzino il problema.
A partire dagli operatori del mondo della Scuola e dalle case editrici specializzate in editoria per i bambini, si dovrebbe considerare l’emergenza collegata alla cattiva alimentazione, solo acuita dalla pandemia, che oggi riguarda ben il 40% della popolazione da 0 a 14 anni. Il compito del sistema dell’istruzione, a partire dalla scuola dell’infanzia, è fare in modo che il cibo venga utilizzato come strumento didattico per stimolare nei bambini e nei ragazzi il pensiero scientifico e la consapevolezza di quanto sia importante un’alimentazione sana.
Il cibo è da sempre un elemento culturale importante, specie nella cultura mediterranea, caratterizzato da abitudini e tradizioni culinarie che sono storicamente radicate nella popolazione e vissute come fattore di identificazione e di appartenenza. Inoltre, nella nostra cultura, condividere la preparazione e il consumo del cibo ha da sempre una forte valenza sociale ed un forte valore simbolico che soddisfa non solo lo stomaco ma anche la psiche.
La Scuola rimane la porta d’accesso ideale per qualsiasi programma formativo e informativo rivolto ai bambini, ma è indispensabile anche un concreto coinvolgimento dei genitori. Mi capita spesso, lavorando con i bambini, di venire a conoscenza delle pratiche alimentari adottate dalle famiglie che evidenziano gravi carenze: largo spazio hanno i fast food, i pasti pronti e veloci da consumare, sovente non salutari, merendine e patatine fritte, bibite zuccherate, salti del pasto più importante della giornata (la colazione), oppure pasti in orari sbagliati che vanno ad incidere sull’organismo, il tutto dovuto alla fasulla frenesia della vita moderna.
A fronte di tale situazione, le case editrici potrebbero creare prodotti parascolastici dedicati: volumi agili e leggeri, piattaforme e-learning, opuscoli informativi accessibili agli insegnanti, agli studenti e ai loro genitori che propongano un percorso formativo basato su un approccio didattico di tipo esperienziale mediante il quale si imparino a conoscere gli alimenti da diverse prospettive, cucinando a casa e facendo esperimenti a scuola. Gli obiettivi alla base di questi prodotti sono la conoscenza dell’origine degli alimenti, delle loro caratteristiche nutrizionali dei principali processi di produzione e distribuzione, la consapevolezza dell’impatto che la produzione alimentare ha sull’ambiente, in linea con i principi dell’Agenda 2030, e della necessità di un’ alimentazione eco-sostenibile.
Grazie a tutto questo sarà possibile arrivare alla comprensione e alla corretta utilizzazione dei principi contenuti nella piramide alimentare al fine di acquisire la consapevolezza alimentare che permetterà a bambini, ragazzi, insegnanti e famiglie di avere chiaro il motivo per cui mangiamo, quanto mangiamo e perché, in determinate occasioni, ci rivolgiamo al cibo per soddisfare dei bisogni diversi da quello di fornire l’energia necessaria al nostro organismo. L’obiettivo è far riscoprire l’importanza di una alimentazione corretta per la salute di domani, il valore culturale del cibo, l’impatto sulla salute del Pianeta, la filiera corta, i mercati locali e la convivialità tipica della grande tradizione mediterranea dove il cosa mangiare è importante come il con chi mangiare.
Sara Persechino, Psicologa, Laureata in Psicologia Applicata Clinica e della Salute. Specializzata in DSA, BES, Disturbi dello Spettro dell’Autismo e Disabilità in ambito sportivo. Opera attualmente come progettista sociale e consulente nell’ambito delle organizzazioni non lucrative con finalità sociali nell’area educativa, culturale, scolastica e promozione del benessere.